martedì 31 gennaio 2012

I 100 dischi italiani più belli di sempre per Rolling Stone (Coney Zugna Baby remix)


Adoro le liste, mi piace farle, leggerle, compararle e, chiaramente, criticarle e pensare a come le avrei compilate io. Un esercizio calligrafico, forse, ma poco importa. L'ultima che ho letto in ordine di tempo è quella dei 100 dischi italiani più belli di sempre per Rolling Stone, in edicola stamattina per festeggiare il proprio centesimo numero. Chissà perché, sfogliando la rivista ho pensato immediatamente di rifarla a mio piacimento, tenendo buono il grosso del lavoro fatto da loro e aggiungendo/togliendo dove ritenevo opportuno. Ho usato le stesse regole - un disco per ogni artista, per esempio - e ho buttato giù quasi di getto il mio remix, senza però compilare i dischi in ordine di preferenza. Il numero uno, dunque, non è il più bello o il migliore, non mi interessava fare una classifica, solo segnalare quelli che ritengo i miei 100 dischi italiani più belli di sempre.
Sono soddisfatto? Certamente sì, credo proprio che la mia lista sia migliore, sebbene più imparziale, ma è pure ovvio: ho deciso tutto io senza chiedere ad altre persone di darmi un loro parere, ma ho cercato anche di mantenere un minimo di equilibrio tra passione personale bruciante e oggettivo valore artistico. Avrò dimenticato qualcosa? Poco importa, sarà per la prossima volta.
Insomma, più la rileggo e più mi piace, soprattutto perché scevra - finalmente, cazzo - di nomi come Ligabue, Zucchero, Vasco Rossi e via di questo passo. Per quelli è sempre pronta la lista dei musicisti più noiosi, sopravvalutati e paraculi...

1.CONFUSIONAL QUARTET: Confusional Quartet
2.BATTIATO, Franco: La voce del padrone
3.BATTISTI, Lucio: Don Giovanni
4.DE ANDRE’, Fabrizio: Crêuza de mä
5.RATS: C'est disco
6.CAPOSSELA, Vinicio: Ovunque proteggi
7.DIAFRAMMA: Siberia
8.CSI – CONSORZIO SUONATORI INDIPENDENTI: Linea gotica
9.AREA: Arbeit Macht Freit
10.CELENTANO, Adriano: Adriano Celentano con Giulio Libano e la sua orchestra
11.INDIGESTI: Osservati dall'inganno
12.CCCP FEDELI ALLA LINEA: 1964-1985 Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi del conseguimento della maggiore età
13.BENNATO, Edoardo: I buoni e i cattivi
14.GAETANO, Rino: Mio fratello è figlio unico
15.ELIO E LE STORIE TESE: Italyan, rum casusu ciktyi
16.RAW POWER: Screams from the gutter
17.DANIELE, Pino: Nero a metà
18.MASSIMO VOLUME: Stanze
19.VERDENA: WoW
20.NOT MOVING: Sinnerman
21.LE STELLE DI MARIO SCHIFANO: Dedicato a...
22.TENCO, Luigi: Luigi Tenco
23.OFFLAGA DISCO PAX: Socialismo tascabile
24.BERTE’, Loredana: Traslocando
25.SANGUE MISTO: SxM
26.EQUIPE 84: Stereoequipe
27.FINARDI, Eugenio: Sugo
28.ROSEMARY'S BABY: Love songs
29.NADA: Luna in piena
30.IL TEATRO DEGLI ORRORI: Dell'impero delle tenebre
31.BLACK BOX: Dreamland
32.ROCCHI, Claudio: Volo magico n.1
33.TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI: La testa indipendente
34.CASINO ROYALE: Sempre più vicini
35.ZERO, Renato: Zerofobia
36.ALMAMEGRETTA: Sanacore
37.CAPUTO, Sergio: Un sabato italiano
38.RITMO TRIBALE: Kriminale
39.FRANKIE Hi-NRG: La morte dei miracoli
40.DALLA, Lucio: Lucio Dalla
41.AFTERHOURS: Hai paura del buio?
42.GAZNEVADA: Sick Soundtrack
43.LINEA 77: Horror vacui
44.PFM: Storia di un minuto
45.FAUST’O: Poco zucchero
46.F:A.R.: Presto i topi verranno a cercarci
47.FABRI FIBRA: Mr. Simpatia
48.GABER, Giorgio: Far finta di essere sani
49.DETONAZIONE: Sorvegliare e punire 1983-1984
50.I CORVI: Ragazzo di strada
51.LE ORME: Ad gloriam
52.SORRENTI, Alan: Aria
53.ONE DIMENSIONAL MAN: You kill me
54.DECIBEL: Vivo da re
55.GARBO: A Berlino… va bene
56.AUTORI VARI: Rock ’80
57.AUTORI VARI: Gathered
58.POOH: Per quelli come noi
59.GOBLIN: Profondo rosso
60.KINA: Se ho vinto, se ho perso
61.GRAZIANI, Ivan: Pigro
62.CAMERINI, Alberto: Cenerentola e il pane quotidiano
63.CATTANEO IVAN: Primo, secondo, frutta (IVAn compreso)
64.BALLETTO DI BRONZO: Sirio 2222
65.CHRISMA: Chinese Restaurant
66.SKIANTOS: MONOtono
67.LOLLI, Claudio: Ho visto anche degli zingari felici
68.MARLENE KUNTZ: Il vile
69.NEGAZIONE: Lo spirito continua
70.ARTISTI VARI: The Great Complotto
71.DENOVO: Unicanisai
72.MATIA BAZAR: Tango
73.FRANTI: Il giardino delle quindici pietre
74.PANKOW: Freiheit fuer die sklaven
75.BISCA: S.D.S.
76.DISCIPLINATHA: Un mondo nuovo
77.STARFUCKERS Infrantumi
78.GIUDA: Racey Roller
79.FORTIS, Alberto: Alberto Fortis
80.STORMY SIX: Un biglietto del tram
81.BIGLIETTO PER L’INFERNO: Biglietto per l’inferno
82.LITFIBA: 17 re
83.SQUALLOR: Pompa
84.PERTURBAZIONE: In circolo
85.GANG, THE: Barricada Rumble Beat
86.CIAMPI, Piero: Io e te abbiamo perso la bussola
87.BANCO DEL MUTUO SOCCORSO: Darwin!
88.AFRICA UNITE: Un sole che brucia
89.BIANCHI, Maurizio: Symphony For A Genocide
90.JANNACCI, Enzo: Quelli che…
91.OSANNA: Palepoli
92.DEATH SS: The Story of Death SS (1977-1984)
93.ZU: Igneo
94.ARDECORE: Ardecore
95.NEFFA E I MESSAGGERI DELLA DOPA: Neffa E I Messaggeri Della Dopa
96.DE GREGORI, Francesco: Rimmel
97.I REFUSE IT: Cronache del videotopo
98.NAPOLI CENTRALE: Napoli Centrale
99.NEON: Rituals
100.FLUXUS: Non esistere



giovedì 19 gennaio 2012

Il gusto superiore di Claudio Rocchi


Capita sempre più spesso, in questi ultimi mesi, che molti degli appuntamenti più interessanti a livello musicale (ma non solo) siano in Santeria, un locale milanese in zona Città Studi che è pure difficile da definire. Ci sono degli uffici in co-working per chi vuole affittarsi una postazione di lavoro, un bar ricco di cose buone e appetitose, una sala per le presentazioni, un negozietto di dischi e libri. È la dimostrazione che, pur anteponendo una logica culturale (anche bere una buona birra o mangiare del buon cibo è cultura, almeno per quel che mi riguarda) a una grettamente economica, si può fare concorrenza a chiunque. Che poi tra i soci ci siano anche dei cari amici non fa che aumentare il piacere di passarci le serate o i pomeriggi.
Detto ciò, ci sono stato spesso ultimamente, la scorsa settimana per presentare un documentario sul D.I.Y., "Blood, sweat and vinyl", con la partecipazione di Mark "Barney" Greenway dei Napalm Death - ho finalmente realizzato, e credo di essere stato l'ultimo, il perché del soprannome -, Nicola Manzan/Bologna Violenta e i ragazzi dell'etichetta Frohike. Ieri sera, invece, ed è il vero motivo di questo post, sono passato per assistere alla presentazione del nuovo album di Claudio Rocchi, autentico freak della musica italiana, detto con il massimo rispetto possibile. Ci sono andato senza sapere bene cosa aspettarmi (ed essere, per una volta, di gran lunga il più giovane mi ha messo di buonumore), conoscendo di lui solamente due cose, entrambe vecchissime e distanti anni luce dall'oggi: il suo secondo album, nonché classico della psichedelia folk, "Volo magico n.1", uscito nel 1971 e ancora oggi parte integrante dei miei ascolti, e "Un gusto superiore", disco inciso assieme all'amico chitarrista Paolo Tofani (ex Area) dopo la conversione Hare Krishna. Ovviamente, l'aveva portato a casa mio fratello nel pieno del suo periodo mistico - credo durato pochi giorni/mesi - e resta un oggetto misterioso di difficile interpretazione, che non sento da decenni ormai. Mi è capitato almeno una decina di volte di vederlo in giro per mercatini, ma non me la sono mai sentita di ricomprarmelo. Chissà che sia la volta buona, appena lo incrocio di nuovo...
Tornando a Rocchi, in ogni caso, la sua carriera è passata per anche per la Cramps, come ogni artista interessante degli anni Settanta viene da pensare, storica etichetta casa di Finardi, Camerini, Area, Arti & Mestieri, ma anche Kaos Rock, Skiantos e molto altro. Poi, come molti dei suoi colleghi degli anni Sessanta e Settanta, è sparito dai radar (forse solo dai miei...) pur continuando a pubblicare dischi di cui non ho grandi informazioni. L'occasione per incontrarlo di nuovo è stata dunque quella in Santeria, in cui ha suonato per un'ora materiale vecchio e, soprattutto, nuovo. A parte le pause quasi infinite tra un pezzo e l'altro, mi è sembrato in gran forma, estremamente simpatico e comunicativo, con un'attitudine psichedelica, nel senso migliore del termine, intatta. Solo e circondato da strumenti, amplificatori, candele, incensi, una lampada chiamata Kundalini (guarda te...). Eppure così magnetico, come accade a chi ha qualcosa di importante da dire.
Insomma, prima di andare a casa mi sono procurato un paio di dischi che aveva in vendita, "A fuoco" del 1977, e "In alto", quello appena uscito, di nuovo per la rediviva Cramps. Proprio stamattina in macchina, vagando per il traffico milanese, tra code, smog, nebbia e freddo polare, ho ascoltato quest'ultimo, con un effetto che definire straniante è poco. Registrato, composto e prodotto dallo stesso Rocchi, pare uscito dalla metà dei Settanta e lascia quasi sgomenti. A parte qualche sporadico intervento esterno di altri collaboratori (la grafica terribile, per esempio), il resto è tutto farina del sacco del musicista meneghino (ora rilocato in Sardegna): "quella" voce, chitarre riverberate oltre ogni misura, drum machine che, spesso, vanno per conto proprio, suoni elettronici che appaiono e scompaiono, pezzi che sfumano in modi assurdi e inaspettati. Su tutto, testi mediamente molto interessanti e mai scontati, roba di gran lusso di questi tempi in Italia, specie se si pensa alla pochezza di ciò che si sente in giro e che viene spacciata per letteratura. Dovreste davvero ascoltarvi "Alchimia", "Gesù si gira", "Eccoti qui" e "La stella da cui vieni", nella speranza di intercettare una selle rare esibizioni psichedeliche di Rocchi.