domenica 27 novembre 2011

welcome back!

Troppi mesi senza scrivere, avete ragione, c'è persino chi si è lamentato per la scarsa cura dedicata a questo blog. Dopo una lunga pausa, ricomincio ora con un lunghissimo post per recuperare, spero con una frequenza più assidua di quanto fatto in precedenza. In questi mesi sono successe molte cose, ho comprato dischi belli, altrettanti mi sono stati regalati da amici, senza contare libri e concerti. Nessuno tipo di ordine, cerco solo di fare ordine in quello che ho visto, letto e sentito.
DISCHI
- I ragazzi di Macina Dischi (www.macinadischi.altervista.org), Walter e Anna, mi hanno gentilmente spedito un po' del loro materiale, complice Matt dei Mojomatics/Squadra Omega. Proprio a lui mi ero rivolto per avere notizie del suo nuovo progetto kraut/psychedelic, gli Squadra Omega appunto, dopo averne letto e sentito meraviglie. Il loro album omonimo, uscito per Holiday Records, e il favoloso dieci pollici "Le nozze chimiche", sono consigliati a chiunque sia appassionato di Amon Düül, Neu!, Can e via discorrendo. Il 10", poi, è un gioiello anche dal punto di vista grafico: vinile bianco e copertina in alluminio limitata a 200 copie. Roba per palati fini, non fatevela scappare, sempre che si trovi ancora. Tra l'altro, sempre la Aluminium Series, è uscito anche un altro dischetto, lo split tra Speedy Peones e i Kelvin.
- Gabriele della Badman Records (www.badman.it) mi ha invece omaggiato dei suoi ultimi due singoli. Il primo è dei Port Of Souls, gruppo del mio caro amico Andrea Valentini, regala una copertina ad opera di Simone "Lamette" Lucciola e tre pezzi di rock'n'roll scarno e allucinato come i Gun Club insegnano. Insomma, la vecchia passione del Reverendo Valentini non muore mai! Il 7" faceva coppia, nella stessa busta, con un'altra uscita, ovvero il singolo di Docteur Legume et Les Surfwerks, una one man band, da quel che leggo sul disco, innamorata di fantascienza anni 50, surf, rock'n'roll e zone limitrofe. Non proprio il mio pane quotidiano, ma se vi piace fatevi sotto...
- Elena di Metatron mi ha regalato una copia di "Salgari privato", ultimo disco concept (su Emilio Salgari, nel centenario della sua nascita) dei Totò Zingaro. Bello, intenso, interessante, mi ha costretto a leggere una biografia del grande scrittore e scoprire che ha passato una vita miserabile e pazzesca. Documentatevi e resterete a bocca aperta. Ah, comprate anche il disco già che ci siete.
- Filippo di Gamma Pop (www.gammapop.it), infine, ha rimesso in piedi la sua vecchia label e per farlo ha pensato bene di pubblicare un bel 10" dei Julie's Haircut e un album dei Cut, "Live in Brighton", che documenta la potenza devastante dal vivo della band di Ferruccio. Welcome back, anche a loro...
- Oltre a ricevere qualche vinile, sono ancora malato a sufficienza per continuare a comprarli, nuovi (pochi) e usati (moltissimi). Dei primi, non posso che segnalare i miei preferiti, nonostante ormai l'abbiano scritto tutti, ovvero i romani Giuda. Il loro LP "Racey roller" è il mio disco dell'anno, tallonato dai due singoli usciti prima e dopo, "Get it over/Kidz are back" e "Number 10/Crazee". Li ho comprati in vinile, in CD, li ho pure in mp3; I'm a Giuda fan, come recita l'adesivo sul loro album. Glam rock magnifico, zatteroni, echi anni Settanta, menzioni d'onore persino su Mojo. Che volete di più?
Il resto dei dischi nuovi che ho comperato in questi mesi è composto per la maggior parte da ristampe ("Some girls" degli Stones, "Quadrophenia" degli Who, "Smile" dei Beach Boys, "Tago mago" dei Can) ma pure da qualche novità vera e propria come il doppio vinile di "Skying" degli Horrors, un altro dei miei dischi preferiti di questo 2011, appena visti in concerto. Sto aspettando di recuperare il nuovo disco dei La Crisi ("III: Paura a colazione") e da quel che ho sentito, ne vale davvero la pena.

In ordine sparso, ecco anche alcuni degli ultimi colpacci da mercatino dell'usato, quelli che mi hanno regalato più gioia (al netto di pochissimi soldi spesi). Ormai ho perfezionato la tecnica della "faccia di legno impassibile", anche quando scovo cose assurde e rare a due lire, ma l'intima soddisfazione resta sempre: Krisma "Lola/Black silk stocking", Popol Vuh "Einsjäger & siebenjäger", Fela Kuti "Suffering and shmiling", Ennio Morricone "L'umanoide", Larry Martin Factory "New dawn flyers and electric kids", The Heartbreakers "L.A.M.F.", (qualche giorno fa in mezzo a una pila di Baglioni, Battisti, Branduardi e via col resto), Stormy Six "Un biglietto del tram". Ho lasciato a malincuore in un cartone il primo album di Plastic Bertrand ma era davvero conciato male, così come un paio di dischi di Giorgio Moroder che mi sarei portato a casa volentieri. Un buon numero di acquisti eccellenti, senza contare i molti altri che ora non ricordo.

LIBRI
Anche qui la faccenda è piuttosto complicata, vista la quantità di roba letta negli ultimi mesi, complici pure le vacanze estive. Mi sono goduto l'autobiografia di uno dei miei miti, Bob Mould, "See a little light", che mi ha lasciato, nonostante i grandi momenti di piacere, un po' di amaro in bocca. Qualche aneddoto in più sugli Hüsker Dü l'avrei preferito alle lunghe dissertazioni sui periodi successivi, meno interessanti musicalmente, se si eccettuano i primi album solisti e il materiale inciso con gli Sugar. La vicenda umana, con la lunga strada per arrivare ad accettare la propria omosessualità e la successiva esplosione di vita tra locali gay, serate gay, escort gay e molte altre vicende gay è un po' ridondante, ma riesco a immaginare quanto sia importante e fondamentale per Bob. A cui, mi pare il minimo, perdonerei qualunque cosa, figurarsi qualche lungaggine di troppo.
Piuttosto interessante è anche "Retromania" (ISBN) di Simon Reynolds, di cui è possibile trovare ottime recensioni un po' ovunque in rete e su cui glisso volentieri. Sono parzialmente d'accordo con l'autore, è sempre un piacere leggerlo e vado molto fiero della mia retromania personale. Fine del discorso.
Sul tavolino da notte (che non ho ma si dice così, ho un vecchio baule su cui appoggio di tutto), fanno bella mostra due libri che devo ancora leggere ma che mi fa piacere consigliare lo stesso: "Lick me" (Odoya) è l'autobiografia in italiano di Cherry Vanilla, personaggio cardine del sottobosco newyorchese dei Seventies: è stata groupie, attrice, cantante, modella, ha frequentato chiunque, da Warhol a Bowie, e il suo pezzo "The punk" è uno dei miei preferiti di sempre. Lo custodisco gelosamente su 45 giri fin da quando ero ragazzino e fa parte dei miei primi ricordi musicali.
Il secondo libro è invece italiano e si chiama "Fedeli alla roba". "Romanzo di un naufragio generazionale" lo definisce il suo autore Bruno Panebarco, artista, performer e musicista nei primi anni Ottanta a Torino con i Prostitutes (a breve una ristampa), ma soprattutto biografia di una peggio gioventù (tra cui lo stesso Bruno) trascinata nei gorghi dell'eroina, con le conseguenze che ben si possono immaginare: carcere, overdosi, casini, morti. Bruno è sopravvissuto per raccontarlo in un libro durissimo che più persone mi hanno caldamente consigliato. Non ultimo Federico Fiumani, la cui fulminante prefazione apre le danze. "La felicità di essere vivi, questo è quello che conta".
È stato ristampato da poco dalle Edizioni Il Foglio, ma potete anche ordinarlo direttamente a lui. Fate un giro in rete e scegliete se fa al caso vostro.

Altre letture consigliate: "Oltre l'Avenue D" (Agenzia X) di Philippe Marcadé - conosciuto dal vivo durante la presentazione del suo libro in Santeria a Milano, molto simpatico e gentile, cose che non guastano quando ci si appresta a leggere un libro -, l'autobiografia di Cheetah Chrome dei Dead Boys, "On a faraway beach" (Arcana), biografia di Brian Eno.

DVD
Ultimissime segnalazioni per qualche bel film o documentario per allietare le vostre serate invernali. Io mi sono goduto (o mi appresto a farlo):
"You weren't there - A history of Chicago punk 1977-1984", rockumentary su una scena che ha dato i natali a Naked Raygun, Big Black, Articles Of Faith, Mentally Ill, Effigies e moltissimi altri. Da leccarsi i baffi, che ve lo dico a fare...
"On|Off - Mark Stewart from Pop Group to Maffia". Diretto da un fan berlinese di Stewart, anche questo è un documentario che racconta la parabola di uno dei musicisti più interessanti usciti dal calderone post-punk.
"The ballad of Mott The Hoople", ovvero la storia di una delle migliori rock band inglesi degli anni Settanta, famosa per la hit "All the young dudes" scritta per loro da Bowie, ma capace di marchiare a fuoco una generazione di musicisti in erba. Per referenze chiedere a Mick Jones dei Clash.
Non bastassero queste segnalazioni, ecco anche un paio di ulteriori consigli, questi reperibili in rete in modo non troppo ortodosso: il documentario "Reggae Britannia" è imperdibile, ricchissimo di ospiti e di musica straordinaria. Visione consigliata, soprattutto ai malati di Steel Pulse, Matumbi, Linton Kwesi Johnson e altri nomi del genere. "A family underground", infine, è un film del 2009 dedicato agli Insane Clown Posse, terrificante gruppo rap americano di cui non ascolterei neppure una canzone. Eppure il documentario sul loro raduno annuale con i fan è in qualche modo toccante e certamente vale l'ora e mezza di visione.

Siamo alla fine del post, per fortuna mia e vostra, e non sono nemmeno riuscito a raccontare del Punk Rock Karaoke, in cui ho cantato "12XU" con una band di leggende, e di molto altro. Nei prossimi giorni rivelo tutto, compreso il video che certifica l'esibizione.