Tutto ha inizio con "Jet boy jet girl" di Elton Motello, ovvero la versione originale di "Ca plane pour moi", un brano uscito nel novembre del 1977. Dietro al nome Elton Motello (l'avrà copiato da Elvis Costello?) c'è il musicista Alan Ward, rilocato in Belgio dopo un tour dei Paesi Bassi con la sua band, i Bastard - in cui milita un certo Brian James alla chitarra, futuro fondatore dei Damned, ma è un'altra storia. Ward si inventa questo pseudonimo per sfruttare l'onda montante del punk e della new wave e piazza un classico come "Jet boy, jet girl", un 45 giri che riceve anche un discreto successo radiofonico nonostante il testo racconti la storia di un ragazzino 15enne e della sua relazione fallimentare con un uomo più vecchio di lui. Il mitico ritornello "oooohohohho ca plane pour moi" di Plastic Bertrand che avete cantato tutti almeno una volta nella vita, nella versione originale faceva "oooohohohho he gives me head", cioè "oooohohohho lui mi fa un pompino", e capite che non è proprio la stessa cosa.
Plastic Bertrand, ai tempi di "Jet boy, jet girl" si chiama ancora Roger Jouret e suona la batteria in una gruppo punk belga, gli Hubble Bubble, che totalizzeranno in carriera due album di micidiale bellezza ma di nessun successo. È probabile che Jouret venga a conoscenza del pezzo non solo per la minima fama che precede Elton Motello, ma per la presenza durante le registrazioni di Yves Kengen, bassista dei Raxola, altra band punk locale (ma pare costruita in studio per l'occasione) con all'attivo un album incredibile e almeno un brano destinato a diventare un classico, "84 man". Al pezzo, comunque, si interessa soprattutto il produttore Lou Deprijck, che ne intravede le potenzialità e lo traduce in francese per evitare noie legate alla crudezza del testo, rendendolo innocuo e perfetto per le classifiche, e lo fa registrare agli stessi musicisti della versione originale. Arriva addirittura a pubblicare come retro "Pogo, pogo", la stessa canzone che occupava il lato B del singolo di Motello e il gioco è fatto. "Ca plane pour moi" diventa un piccolo inno di novelty punk, persino in Italia, e consegna all'immortalità il cantante (oooops...) belga, che si trasforma poco dopo in un idolo adolescenziale per le ragazzine, al ritmo di canzoni innocue come "Ping pong" e "Hula hop".
Fino a oggi avevamo pensato tutti che Plastic Bertrand, il nuovo pseudonimo "più punk del punk" di Jouret, il quale appare in copertina del suo primo singolo con una bella spilla da balia nella guancia, potesse quantomeno essere l'interprete, ora sappiamo che era solamente il ballerino e il ragazzo immagine e che lo stesso Duprijck è il vero cantante. Una storia punk...