martedì 27 dicembre 2011

the boiler

Mi ricordo di aver passato giornate intere, da ragazzino, a tentare di capire e poi tradurre il testo di "The Boiler" degli Special A.K.A. con Rhoda Dakar alla voce, un racconto terribile di violenza contro le donne. Un crescendo di tensione, lirica e musicale, che mi mette i brividi ancora oggi. Vi risparmio la fatica e ve lo copio qui di seguito.

I went out shopping last saturday
I was getting some gear and this guy offered to pay
Who's the hunk? I think to myself
For so many years I've been left on the shelf
An old boiler

Then we went walking back down the high street
And I felt so proud because he looked so neat
He was a real hard man, tough as they come
He said I was cool but I still felt like
An old boiler

He bid me "Come out", how could I say no?
He said "Meet me at eight round my place, you know"
With my new gear on and a blow dried hair-do
But in my mind I knew I was still
An old boiler

We danced all night long to a nice steady beat
But my hair went to frizz in the terrible heat
My mascara ran and so did my tights
Confirming in my sight, I must be
An old boiler

So we came out this club, hot and sweaty
Because we'd been dancing all night
And he says to me "Well babe, what you doing then?"
"Well I think I might get a cab", I said casually
"Nah nah, come back to my place, I only live just round the corner
You can go home in the morning, yeah?"
"Well I don't think so, I've only known you a day, It's a bit soon innit
Give me a ring sometime, yeah?"
But then he starts to get mad
"Listen here girl, I bought that gear you got on, I paid you in here tonight
I bought you all them drinks and you wanna go home, I should bleedin' coco"
And then he stormed off

Well, I felt a right mug, well you would wouldn't you
So I ran after him, caught him up
And here we are walking down this street about a hundred miles per hour
Arm in arm, no talking, atmosphere you could have cut with a knife

There's no-one about, nothing to take your mind off it you know
No cars, not even the occasional stray animal
It was cold and the wind's whistling through the trees
Blowing newspapers across my legs so I tripped as I tried to keep up with him
And there was all these alleyways and railway bridges, the stink of piss

Then all of a sudden he grabbed hold of my arm
And he starts to drag me up one of these alleyways
Then he starts to hit me really hard across the face, you know
He was hitting me and grabbing at me
It was awful because he was, like, so big
Hitting me he was, and tearing at my clothes
There was nothing I could do honest, I was helpless
And then he tried to rape me, and there was nothing I could do, honest
All I could do was scream, no...

giovedì 8 dicembre 2011

rumori sacri e profani




In attesa del famoso post sul karaoke punk - al momento sono sprovvisto di verve creativa per scriverlo a dovere -, ecco un breve aggiornamento delle ultime novità personali. La volta scorsa, parlando di dischi ricevuti, mi sono colpevolmente dimenticato di citare l'esordio discografico dell'amico Valerio Millefoglie. Lo scrittore/dj a parole/wrestler con gli occhiali e dio solo sa cos'altro ha pubblicato un bellissimo CD, "I miei amici immaginari": racchiusi in una confezione pregevolissima, con delle stupende illustrazioni (si aprono a fisarmonica e valgono il prezzo del disco), ci sono dieci pezzi più un remix che raccontano altrettanti personaggi della fantasia sfrenata di Valerio, da "L'Uomo Pan di Stelle" a "L'Uomo Striscia Pedonale", tutti musicati da Massimo Martellotta dei Calibro 35. Insomma, il consiglio è quello di andare a vedere dal vivo le sue performance, non vi pentirete. Il suo party di presentazione del disco/terapia di gruppo è stata una delle cose più divertenti degli ultimi mesi anche se ho fatto indigestione di ciambelle, cheeseburger e gazzosa.

Detto questo, passiamo al vero motivo del post, ovvero l'uscita di "Rumori sacri", un bel libro pubblicato da Kali Yuga, piccola casa editrice che fa capo ad Alessandro Papa, proprietario della libreria/galleria d'arte Mondo Bizzarro a Roma. Ho conosciuto Alex molti anni addietro, quando Mondo Bizzarro era ancora un piccolo negozio a Bologna e si occupava principalmente di tematiche estreme: serial killer, musica industriale e post-punk, b-movies, cultura dell'apocalisse. Ciò che oggi viene definito con il termine "Occulture". Avendo una fidanzata di stanza nella città felsinea, mi capitava abbastanza spesso di fermarmi a salutare Alex e, chiaramente, di uscire dal suo negozio con un libro o un dvd. Insomma, tutto questo ve lo racconto perché sono felice di ritrovarlo dopo molti anni con questo bel tomo, "Rumori sacri", che racconta la storia di quattro delle più importanti band della scena post-industriale italiana. I capitoli opera di Aldo Chimenti, Paolo Bandera e Devis Grazieri (e Papa ovviamente) si occupano di Ain Soph, Rosemary's Baby, Sigillum S e Atrax Morgue, nomi leggendari per chi è avvezzo a certe sonorità, progetti il cui materiale è introvabile se non a prezzi folli e che per molti anni hanno rappresentato la frangia più estrema di un un movimento già di per sè piuttosto incline a pericolose derive.
È stato soprattutto il nome Rosemary's Baby ad attirarmi, gruppo per cui ho sempre nutrito un interesse morboso e con cui mi imbarcai in un lungo carteggio epistolare in gioventù. Branca italiana del Tempio della Gioventù Psichica (T.O.P.Y.), i veronesi rappresentarono un unicum nella scena locale, tra suggestioni industrial, occultura, esoterismo e di loro conservo gelosamente dischi (due soltanto, il secondo mi arrivò per posta in regalo), cassette, volantini e lettere. Dopo essermene scordato per vent'anni e più, negli ultimi mesi ho avuto occasione di parlare di loro con un paio di amici che mi hanno risvegliato l'antica passione. Questo libro, dunque, non poteva che essere il mezzo ideale per riprendere in mano i vecchi vinili e scoprire alcuni retroscena di cui non ero a conoscenza.

Chiusura breve, infine, per un altro libro, recuperato in un mercatino ancora nel cellophane, perfettamente intonso. Si tratta di "Tutto in una notte" di Tony Parsons e vale molto più dei due euro che l'ho pagato. Ne possiedo già una copia, ma come spesso succede per le cose che mi piacciono, non riesco a fare a meno di ricomprarle, magari per regalarle ad amici. Parsons, per chi non lo conoscesse, fu uno dei primissimi giornalisti a occuparsi di punk, per l'esattezza assieme all'amica/compagna Julie Burchill, nella redazione di NME. Si dice che, per rimarcare la differenza con i colleghi che ancora si occupavano entusiasticamente di rock tradizionale, i due avessero circondato le loro scrivanie con filo spinato e cocci di bottiglia! In tempi recenti, Parsons è diventato un romanziere di grande successo in Gran Bretagna e questo libro è uno dei suoi migliori: la storia si svolge nella notte del 16 agosto 1977, data in cui muore Elvis Presley e in piena epoca punk, e ha come protagonisti Terry (giornalista musicale e alter ego dello stesso Tony), la sua ragazza fotografa Misty e la rockstar Dag Wood. Se siete appassionati di punk, riconoscerete molti posti della Londra di quegli anni, ma ovviamente il libro è godibile in qualunque maniera. Insomma, la copia in regalo è qui, posso valutare eventuali richieste...