venerdì 1 ottobre 2010

stupidity

Lo sapete tutti, certe mattine sono meglio di altre anche se, per esempio, oggi piovigginava e il traffico di Milano istigava un Michael Douglas de noantri col fucile a sterminare gente a caso. A mezzogiorno però il corriere mi ha recapitato un pacco con il DVD "Oil City Confidential" (anche con la versione deluxe di "Station To Station" di David Bowie, ma è un'altra storia. La biografia di Cheetah Chrome chissà quando arriva...), documentario di Julien Temple sui Dr. Feelgood, ovvero uno dei gruppi più criminalmente sottovalutati della storia, almeno fino a qualche mese fa quando è diventato cool citarli ogni due frasi. Gente che fino al giorno prima pensava che Dr. Feelgood fosse il titolo di un disco (di merda) dei Mötley Crüe e non il gruppo di Wilko Johnson. Tant'è...
Il film non l'ho ancora visto - ogni tanto mi tocca lavorare e quindi il tempo è quello che è - ma non è mia intenzione fare una recensione, sono certo che da quel che ho letto, visto e sentito, io passerò 106 minuti di godimento estatico. Mentre firmavo la ricevuta del pacco però, mi sono ricordato, in un flashback dall'adolescenza, di quando io e mio fratello ascoltavamo il loro disco dal vivo, "Stupidity", sullo stereo in camera sua e io, seduto sul letto, azzardavo un rudimentale air drumming. Ogni volta che partiva "Roxette", mio fratello si premurava, a metà canzone, di ricordarmi che c'era un cambio di tempo, per evitare che sbagliassi. Anche a distanza di giorni o di mesi o di anni. Anzi adesso me lo riascolto, ma faccio la parte di chitarra, come quel dio di Wilko. Sì lo so che c'è il cambio di tempo...