venerdì 8 aprile 2011

beastie boys


La storia dovreste conoscerla tutti: "Hot Sauce Committee pt.1" doveva uscire nel 2009, poi rimandato a data da destinarsi a causa della malattia di MCA, e finalmente annunciato per il mese prossimo. La "pt.1" è diventata "pt.2" ma poco importa, le differenze non dovrebbero essere sostanziali, giusto alcuni piccoli accorgimenti. Tipo che "Bundt Cake" non è più in scaletta, sostituita da "Make Some Noise", primo singolo annunciato di cui trovato uno spassoso trailer anche in internet. E la tracklist ha subito qualche rivoluzione qua e là, difatti pare più corta di tre canzoni...
Tutto questo perché ieri, sistemando il delirio di casa in cui vivo, ho ritrovato una vecchia Moleskine in cui avevo annotato le mie impressioni sull'album dopo essere stato a Londra ad ascoltarlo - e a intervistare i Beastie Boys, come da articolo uscito sull'ultimo numero di Groove. Mi ricordo la perquisizione stile "aeroporto dopo attacco terroristico", compresa di metal detector e iPod manovrato direttamente da un addetto. Sfogliando le pagine dell'agendina riscopro oggi che "OK" ha un sapore quasi post-punk, "Too Many Rappers" ospita Nas e si lamenta del fatto che nella scena hip hop ci siano troppi rapper e pochi MC, che "Lee Majors Come Again" è un pezzo rap con una base punk ricca di synth, che "Here's A Little Something For Ya" e "Crazy Ass Shit" sono classici pezzi alla Beastie Boys. Pochissimi altri appunti sull'album, un paio di asterischi piazzati dopo due titoli che chissà mai cosa volevano dire e qualche spunto da discutere coi tre musicisti poco dopo, ovviamente disatteso dalla loro adorabile cazzonaggine. Ai Beastie Boys regalo, come benvenuto, una copia del libro con le ristampe della fanzine T.V.O.R. e quindi, con loro in preda a eccitazione, passiamo dieci minuti buoni a parlare di hardcore e "old school". Nella mezzora totale a mia disposizione troveranno il tempo di fare freestyle invece che rispondere alle domande, chiedermi di spiegargli alcuni modi di dire tipicamente italiani come "stai all'occhio" e, ovviamente, fare un paio di foto ricordo.