mercoledì 6 aprile 2011

la prima volta


Qualche anno fa ormai, se non ricordo male per il numero 50 di Rock Sound, avevamo organizzato una specie di questionario per redattori e collaboratori, con tanto di fotografie e risposte da spiritosoni. Una delle domande riguardava il primo disco comprato in assoluto, una di quelle cose che non si dovrebbe scordare mai. Nel mio caso, per esempio, si tratta di "(I'm) Stranded", LP d'esordio degli australiani Saints, uno dei massimi capolavori del punk rock, imprescindibile in qualunque discografia che si rispetti. Non mi ricordo il motivo per cui, una volta entrato da Valerio, il negozio di dischi in centro a Biella, decisi di comprare proprio quello. A dieci anni, e senza nessuna cultura musicale, ero solo intenzionato a comprare un disco punk, come quelli che avevo visto in tv nel servizio di Odeon. Sono certo che la mitica "Punk collection", compilation venduta a "3.500 lire, special punk price", come recitava la copertina (e di cui parlerò più diffusamente in uno dei prossimi post), mi stava occhieggiando dagli scaffali dedicati alla nuova musica, ma io mi lasciai convincere dalla foto meno punk in assoluto: quattro ragazzi vestiti tutto sommato normalmente (il bassista capellone, addirittura con camicia e cravatta nera da impiegato) e che non promettevano chissà che. E così "(I'm) stranded" è finito tra le grinfie della mia fonovaligia, ereditata da mio zio e con una qualità audio terribile, e ha dato inizio a una passione per i Saints che dura ancora oggi senza il minimo cedimento. Poche cose mi sembrano più belle di quella canzone e di quell'album, e ciclicamente la copia arata di quel disco ritorna sul piatto a tenermi compagnia. Oggi per esempio, sebbene in versione mp3 e sul computer in ufficio.