Il primo a dare la notizia della sua scomparsa pare sia stato Gilles Peterson, ma a questo punto ha davvero poca importanza, se non per la tristezza insita nell'annuncio. Terry Callier, 67 anni, è stato trovato morto a casa sua. Non ci serve sapere altro.
Ammetto con grande candore di aver passato gran parte della mia vita senza sapere nulla di lui e della sua musica e di essermi accorto della sua voce meravigliosa solamente quando ha accettato di collaborare con i Massive Attack per un brano, "Live With Me": un pezzo incredibile, l'ultimo davvero degno di nota composto dal gruppo di Bristol. L'unico lato positivo dell'averlo scoperto tardi è che, una volta tanto, mi sono trovato con un mondo intero da esplorare, dischi da recuperare, canzoni da ascoltare per la prima volta. La scelta immediata è caduta sull'esordio, "The New Folk Sound Of Terry Callier" - se si comincia da zero, meglio farlo dall'inizio, no? - e tutto il primo ascolto l'ho passato a chiedermi come fosse stato possibile non essermi mai accorto di un disco del genere. Folk quasi classico, come può esserlo nel 1964, ma cantato da uno con una voce soul che poteva rivaleggiare con quella di Curtis Mayfield, che peraltro era suo amico d'infanzia, e che era innamorato di John Coltrane. Scordatevi Bob Dylan o Joan Baez, siamo su un pianeta differente e parallelo. Uno in cui, purtroppo, girano pochi soldi e la fama tarda ad arrivare, uno su cui spesso abitano molti dei musicisti che amo. Ci volevano i Massive Attack, quindi, per regalargli scampoli di successo e, speriamo, una maggiore serenità. E se, quando ascoltate la voce di Antony, vi sembra di cogliere qualcosa di già sentito prima, provate a pensare a Callier...
Curiosamente, per non avendolo mai conosciuto o incrociato di persona, ho un aneddoto bizzarro che lo riguarda. Nel 2006, quando lavoravo a Rocksound, capitò in ufficio Greg Dulli degli Afghan Whigs per un'intervista. Non il solito domanda e risposta, ma una specie di quiz musicale che noi chiamavamo "blind test": per farla breve, si sceglieva una decina di pezzi che avessero in qualche modo attinenza col personaggio e glieli si faceva ascoltare/indovinare per poi parlarne in maniera più approfondita. Vista la grande passione di Dulli per la musica soul, decisi di mettere come brano finale proprio "Live With Me", di cui avevamo appena ricevuto il singolo promozionale. Durante i precedenti nove test, il buon Greg si limitò a sorridere compiaciuto e a indovinarli con grande semplicità, discorrendo del più e del meno, ma mancava l'ultima canzone che, ovviamente, non poteva ancora conoscere. Gli dissi di ascoltare tutto con calma, senza nessuna fretta: dopo un minuto buono si alzò dalla sedia eccitato, si accese una sigaretta (non si poteva, ma vaglielo a spiegare) e iniziò a ridere come un pazzo bofonchiando da solo, ma senza riuscire a capire chi fosse il cantante.
Alla fine, al nome Terry Callier, si illuminò come un bambino infilando una serie infinita di "fuck", si prese il cd del blind test e me lo fece firmare come ricordo della giornata, avendo cura di infilarselo nella tasca del suo cappotto. Tutto qui, direte voi? No, c'è un seguito: qualche mese più tardi, proprio Greg Dulli fece recapitare in redazione il suo nuovo EP a firma Twilight Singers, tutto composto da cover, tra cui proprio "Live With Me", in una versione spettrale e più chitarristica. Bellissima, in ogni caso.
Chissà, magari non c'entra nulla, ma mi piace pensare che il mio cd che si era fregato quel giorno abbia guidato la scelta di Greg di includere e incidere quel pezzo.
Ciao Terry, speriamo che dopo 900 miglia, per citare uno dei tuoi capolavori, tu sia finalmente arrivato a casa.